Gioia, 4 donne ucraine accolte dall’associazione Melina Procino

di ANTONELLA CAMPAGNA – «L’accoglienza per noi è scambio, è dare ma anche ricevere tanto», ecco la chiave. Sono le parole di Maria Pavone e Giuseppe Procino, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Associazione Culturale Melina Procino di Gioia del Colle.

Ed in nome di questa visione che qualche tempo fa Giuseppe ha risposto ad un appello del sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci, in cerca di un alloggio per alcune donne ucraine. «Ho risposto a quella richiesta -racconta Procino- senza consultarmi con nessuno, perché già sapevo che gli amici di Melina mi avrebbero sostenuto. E così è stato. La nostra associazione, in effetti, ricorda non solo nel nome, ma anche nei valori e nelle azioni, quelli che sono stati gli ideali, le passioni, il senso del vivere che muovevano Melina».

Dagli inizi di luglio, dunque, la casa di Melina Procino è divenuta la casa di 4 donne ucraine, due mamme e due bambine. Si tratta di un’antica masseria persa nel verde che da sempre ha accolto culture altre, favorendo non solo l’integrazione ma anche lo scambio di culture. «Melina -ricorda il nipote Giuseppe- era interessata a conoscere la musica, la cucina, il pensiero, gli interessi delle persone che ospitava e, in questo solco da lei tracciato, ci muoviamo tutti noi dell’associazione. Stiamo conoscendo i loro gusti, le loro preferenze, il loro carattere; sono donne dinamiche, al passo con le nuove tecnologie, volitive, affettuosissime e grate. Esprimono serenamente un senso di gratitudine sincera e si applicano costantemente per superare l’ostacolo di una lingua diversa, ci hanno insegnato a scrivere in russo».

“È impegnativo -dice Maria Pavone- ma ne vale la pena. Tutti i soci stanno dando il loro contributo, ma stiamo ricevendo aiuti anche da altre associazioni. C’è tanta solidarietà che si esprime quotidianamente senza clamori, a riflettori spenti con fatti concreti. C’è chi ha messo a disposizione una postazione di lavoro che rispondeva alle necessità di una delle due mamme, chi offre aiuti economici per le esigenze quotidiane, chi offre beni alimentari come frutta, chi si offre di accompagnarle in paese e riaccompagnarle a casa e potrei continuare a lungo».

Ciò che emerge, quindi, è una vera rete solidale che agisce spinta da un moto dell’animo, per il piacere di dare e di ricevere nel più spendente anonimato con l’obbiettivo di accogliere e dare risposte al bisogno da qualunque parte provenga, lontana da ogni forma di strumentalizzazione ed esposizione mediatica nel completo rispetto non solo di tutte le persone coinvolte, ma anche del senso profondo delle parole “solidarietà” e “accoglienza”. Nasce da qui la scelta di far conoscere una bella storia che si sta vivendo a Gioia del Colle descritta compiutamente dall’arcobaleno che ha incorniciato l’arrivo in paese delle amiche ucraine.

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