Gioia del Colle, un paese da 5 anni senza biblioteca

di ANTONELLA CAMPAGNA – Era gennaio 2017 quando la Biblioteca Comunale Don Vincenzo Angelilli di Gioia del Colle chiudeva. Si disse che Palazzo Serino, che fino ad allora l’aveva ospitata, non garantiva alcuna sicurezza: sale lettura senza uscite a norma e impianto antincendio non adeguato. Fu una decisione dell’allora amministrazione Lucilla. Polemiche ve ne furono, anche perché la decisione di chiudere la biblioteca ebbe risvolti su di un altro immobile storico, all’epoca destinato ad ospitare una delle due scuole medie del paese. Subito dopo la chiusura della biblioteca, infatti, fu deciso che la sede centrale della scuola media Losapio dovesse essere trasferita presso la sede del distaccamento, anche qui per problemi architettonici e impiantistici. Si trattava dell’ex palazzo Tateo. E fu proprio quest’ultimo ad essere destinato, a seguito dell’ aggiudicazione dell’ Avviso Pubblico Regionale Community Library, a diventare Biblioteca di Comunità. Da allora ci sono stati lavori programmati, lavori in corso, lavori sospesi e poi ripresi, ma nessuna certezza, nessuna data sulla riapertura.

L’amministrazione Mastrangelo in carica da tre anni a questa parte ha sempre tranquillizzato l’opinione pubblica e mostrato vero interesse perché il progetto giungesse a compimento, si è addirittura preoccupata di riqualificare un giardinetto prospiciente la futura biblioteca. Indubbiamente bello e molto frequentato anche ben illuminato che raggiungerà il suo fine ultimo con la riapertura della biblioteca, ma per ora ancora nulla.

Rispetto a questa situazione i consiglieri di minoranza, Milena Pavone (La Bottega), Donato Paradiso (La città Possibile) e Rosario Milano (Gruppo misto) hanno sottoscritto un’interpellanza per avere notizie sullo stato dei lavori, sulle previsioni di apertura e sul modello di gestione che si intende adottare. Hanno dunque posto una serie di interrogativi che vanno dalla data di consegna allo stato dell’arte relativo alla catalogazione, al trasferimento dei volumi, alla gestione dell’archivio storico passando attraverso la disamina dei costi, per giungere, infine, a domandare quali sono gli intendimenti circa l’intitolazione del polo bibliotecario. Tra l’altro, i consiglieri hanno evidenziato nell’atto di aver più volte posto la questione della biblioteca sia nelle commissioni che nell’aula consiliare e «Di aver ricevuto sempre comode rassicurazioni ma di fatto vedendosi negare la compartecipazione alle scelte amministrative».

Nel frattempo la cittadinanza, in particolar modo i ragazzi, è ansiosa di poter “occupare” questo spazio pubblico, basti pensare che nel corso dell’estate appena trascorsa alcuni gruppi di giovani hanno dovuto utilizzare le salette dei bar o i giardinetti comunali, non attrezzati per lo studio, al fine di potersi confrontare, fare ricerche, approfondire. La chiusura di un contenitore dedicato alla cultura, in cinque anni, non è stato bilanciato da un’alternativa valida, tuttavia l’amore per la cultura e la condivisione non è venuto mai meno ed è stato dimostrato attraverso le numerosissime presentazioni che si sono succedute, neanche a dirlo, proprio di libri.

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