San Michele delle Grotte di Altamura: Un contributo regionale per il recupero di un’altra porzione del sito ipogeo

Si è tenuto venerdì mattina ad Altamura il sopralluogo del consigliere regionale Francesco Paolicelli presso la chiesa ipogea di San Michele delle Grotte, ubicata in via Madonna della Croce. Ad accoglierlo il provveditore dell’Archivio Biblioteca Museo Civico, ente proprietario del sito. Una parte dell’ipogeo è attualmente già fruibile, mentre quella adiacente necessita di interventi di recupero che la rendano accessibile al pubblico.

«Grazie al contributo dell’Assessorato ai Lavori pubblici della Regione Puglia – ha dichiarato Paolicelli – riusciremo a rendere fruibile nella sua totalità un altro meraviglioso luogo di culto di Altamura, la chiesa rupestre denominata S. Angelo di Larizza conosciuta come San Michele delle Grotte in via Madonna della Croce. Dobbiamo mettere in risalto e in rete le meraviglie della nostra città affinché ci sia un turismo sempre più solido e soprattutto quanto più destagionalizzato possibile. Altamura non ha nulla da invidiare a tanti altri comuni diventati capitale della cultura. Per questo motivo mi impegnerò affinché tutti i luoghi di importanza storica siano fruibili, creando una vera e propria offerta per i turisti e quindi opportunità di lavoro per i nostri giovani».

«Ringrazio a nome dell’Ente – ha dichiarato Giuseppe Pupillo, presidente dell’ABMC di Altamura – il consigliere regionale Francesco Paolicelli e la Regione Puglia per questo importante contributo che permetterà di iniziare a recuperare anche l’ultima parte delle grotte ancora chiuse e non fruibili al pubblico. Il contributo concesso non consentirà certamente di portare a compimento l’intera opera che è abbastanza complessa e necessita di fondi maggiori, ma serve a dare la spinta iniziale nella certezza che la Regione continuerà a sostenerci per poter giungere finalmente a dichiarare che il complesso altomedievale di San Michele delle Grotte di Altamura è finalmente restituito nella sua totalità alla comunità».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *