Sotto assedio …….

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare continua a rilasciare decreti di compatibilità ambientale per permessi di ricerca di idrocarburi, con la tecnica dell’air-gun, al largo delle coste pugliesi.

Questa volta il provvedimento VIA riguarda l’istanza “d 80 F.R-.GP” della Global Petroleum (al largo delle coste di Monopoli, Polignano a Mare, Mola di Bari, Bari, Giovinazzo, Molfetta, Fasano, Brindisi, Ostuni, Carovigno, San Pietro Vernotico, Torchiarolo) e l’istanza “d 89 F.R-.GM” della Global Med, al largo della costa di Leuca. Le due istanze si aggiungono alle altre, autorizzate nell’infuocata estate di due anni fa, per le quali si attende il placet definitivo del Ministero dello Sviluppo Economico.

A nulla sono valse le numerosissime osservazioni inviate da comitati e associazioni ambientaliste (tant’è che il Ministero deve riconoscere questo dato persino nei decreti stessi) e i pareri negativi della Regione Puglia che ha già dato mandato all’avvocatura regionale per ricorrere al TAR in un quadro, tuttavia, molto complesso dato che molti ricorsi recenti sono stati rigettati con argomentazioni giuridiche talvolta discutibili.

Una questione che ormai riguarda sempre più il modello di sviluppo del Paese e uno scontro istituzionale e politico senza precedenti, non sanato neanche dagli ultimi referendum.

La sentenza della Corte Costituzionale 198/2017, annullando il “decreto trivelle 2015”, ha infatti riconosciuto che, nella definizione delle concessioni in materia ambientale ed energetica, sia indispensabile il coinvolgimento delle Regioni (o della Conferenza Stato – Regioni a seconda del tipo di Intesa da ricercare). Sulla base di questa pronuncia sei Regioni (Puglia, Calabria Basilicata, Abruzzo, Marche e Veneto) hanno impugnato il “decreto trivelle 2016”, perché approvato pur contenendo la stessa omissione.

Incurante delle sentenze della Corte, il 9 agosto scorso, il Governo ha emanato un nuovo decreto contenente un disciplinare – tipo per il rilascio e l’esercizio dei titoli minerari per la ricerca e l’estrazione di gas e petrolio, ancora una volta senza coinvolgere in nessun modo le Regioni. L’ennesimo schiaffo a territori e movimenti, che pure in questi anni non si sono espressi con un “no” a tutto a priori, ma attraverso la richiesta di un “Piano delle Aree” realizzato secondo il dettame costituzionale dei poteri concorrenti.

La richiesta dei movimenti, perfettamente in linea con i passi mossi negli ultimi mesi, è che le Regioni ricorrano al TAR Lazio e promuovano un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale.

Una guerra normativa e giuridica che ha bisogno sempre più della forte pressione della società civile, dei comitati e dei movimenti, affinché nessuno si senta libero di agire indisturbato. Per la difesa dell’immediato (i decreti appena rilasciati) e per la gestione del futuro, al momento totalmente compromesso dalla nuova Strategia Energetica Nazionale.

 

Silvia Russo      Portavoce Comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”                                           

 nopetroliopuglia@gmail.com