Monopoli, interrogazione sul caso del “senegalese”

I consiglieri comunali di opposizione Cecilia Matera, Silvia Contento, Carlo Maria Maione (Contento per Monopoli), Claudio Licci (Monopoli Civica) e  Francesco Tamborrino (Insieme per Monopoli) hanno presentato interrogazione in merito a quanto avvenuto presso la ex scuola G. Modugno. Di seguito riportiamo quanto comunicato dai consiglieri summenzionati:

Venerdì scorso agenti del locale Commissariato di Polizia e della Polizia Locale hanno provveduto allo sgombero e chiusura dell’androne della ex scuola “G. Modugno” dove da tempo aveva trovato rifugio un uomo senza fissa dimora.

Sappiamo che il soggetto interessato da questa azione è persona in condizione di marginalità socio-economica e fragilità, non solo fisica, ma che negli anni si è fatto ben volere da tanti cittadini avendo dimostrato di prendersi cura, a suo modo, di un luogo simbolo della Città.

Da notizie di stampa, abbiamo appreso che sul posto erano presenti anche l’Assessore ai Lavori pubblici Palmisano e l’Assessore alla Polizia Locale Zazzera, mentre non era presente alcun responsabile dei Servizi sociali comunali.

Siamo fortemente convinti che compito delle Istituzioni pubbliche, e in primo luogo dei Comuni, sia innanzitutto quello di assicurare a tutti gli uomini una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata – se necessario – da idonei mezzi di protezione sociale, indipendentemente da ragioni di etnia, lingua e condizione giuridica.

Sono diverse le cose che appaiono non chiare e ancor più quelle che sembrano mettere in luce una grave impreparazione nella gestione di questa vicenda, che relegata dai più a un problema di decoro, era ed è – invece – una vicenda soprattutto umana, che come tale avrebbe meritato una risposta pubblica ben più dignitosa e all’altezza dei valori di solidarietà che da sempre connotano la nostra Città.

Per questi motivi, oggi abbiamo presentato una interrogazione urgente al Sindaco per conoscere:

  • le motivazioni dell’intervento e se e in che modo, prima di intervenire, siano state organizzate misure o percorsi di sostegno e/o individuate sistemazioni alternative finalizzate a garantire un riparo al suddetto soggetto e a prevenire e contrastare fenomeni di emarginazione o devianza, considerata anche la evidente vulnerabilità della persona fatta oggetto di sgombero;
  • il perché della mancata presenza sul posto da parte di operatori del Servizio sociale professionale e se e in che modo l’intervento è stato preventivamente coordinato con la Struttura dei Servizi sociali comunali;
  • se e in che modo il suddetto soggetto è stato interessato e seguito negli anni dal Servizio sociale professionale locale e/o da altri Enti di ciò incaricati, e con quali esiti;
  • se il Comune conosca se vi siano e chi sono altre persone “senza dimora” presenti nell’ambito cittadino e/o costrette a soluzioni “di fortuna” tali da ledere la dignità umana, e quali siano gli interventi garantiti finalizzati al superamento di tale grave condizione.

Contestualmente, avendo fondato timore che il soggetto ormai privato dei suoi punti di riferimento possa trovarsi oggi ancor più esposto a situazioni di grave emarginazione, abbiamo sollecitato il Sindaco – dopo aver rivolto stamattina, telefonicamente, analogo invito anche all’Assessore ai Servizi sociali – ad adottare misure urgenti finalizzate a predisporre ogni più idoneo percorso di sostegno socio/sanitario in favore della persona e a provvedere con urgenza alla individuazione di soluzioni alternative finalizzate a garantirne un riparo dignitoso, attesa la ripetuta evidente condizione di vulnerabilità e fragilità che caratterizzano il soggetto.

 

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