L’Ambasciatore europeo per il Clima pugliese, Domenico Pecere, ha presentato il “Patto Europeo per il Clima” presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica

Mercoledì 13 marzo, in mattinata, si è svolto a Roma, nella prestigiosa sala Zuccari del Senato della Repubblica, un convegno dal titolo “Energia Bene Comune”, su iniziativa del sen. Antonio Trevisi, moderato da Roberta Lombardi.

Tra i relatori, Domenico Pecere, pugliese, Ambasciatore europeo per il Clima, che ha avuto l’opportunità di presentare il “Patto Europeo per il Clima» e le iniziative che la Direzione Generale Azione per il Clima – DG CLIMA, sta portando avanti attraverso il Patto e i suoi Ambasciatori sui territori.

Al tavolo presente anche la collega ambasciatrice Luciana Favaro, Presidente di Euclipa.IT – Associazione italiana del Patto per il Clima, che ha relazionato le attività svolte e i risultati raggiunti dall’associazione grazie al contributo degli ambasciatori del patto aderenti, ma anche di tanti cittadini volenterosi che vogliono contribuire all’azione per il clima.

Ad oggi sono quasi mille gli ambasciatori nominati dalla Commissione Europea dal 2020, di cui circa 120 in Italia.

Domenico Pecere ha spiegato che il Patto per il clima, un’iniziativa della Commissione Europea, partita dal 2020 è un ramo del Green Deal dedicato ai cambiamenti climatici.

Ha poi sottolineato che «Se siamo qui a parlare di clima, lo dobbiamo all’Unione Europea che ha portato avanti un processo completamente differente rispetto alla visione politica che in passato adottava. Un processo che non ha la presunzione di risolvere il problema climatico dell’intero pianeta, anche perché gli abitanti dell’Unione Europea impattano sul clima a livello energetico, solo il 7%».

Ha poi continuato «L’Unione Europea sa benissimo che con il suo 7% non può risolvere il problema climatico mondiale, ma ha l’ambizione di essere il primo continente a intraprendere questo percorso verso le emissioni zero, e di farsi promotrice per coinvolgere gli altri paesi, gli altri continenti, ad intraprendere la stessa strada».

Domenico Pecere ha, in seguito, parlato dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, mediante il quale, più di 190 paesi, hanno convenuto di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. Una soluzione, secondo Pecere «assolutamente necessaria, per evitare conseguenze molto gravi».

Pecere ha poi approfondito l’argomento del Patto Europeo per il Clima che, ha spiegato «fa parte della Direzione Generale per il Clima in Commissione Europea e vede la presenza di un organigramma molto nutrito, con un commissario, direttori generali, funzionari. Da qui nascono le direttive europee e le iniziative che portiamo avanti nei territori» ed ha illustrato le ultime quattro azioni messe in campo: la Climate Walk/Passeggiata climatica dove si discute e si divulgano tutte le tematiche ambientali legate ai cambiamenti climatici immersi nella natura; la Photo Story/Storia fotografica, dei workshop in cui i partecipanti utilizzano la fotografia per catturare e riflettere su questioni climatiche e soluzioni; il Peer Parliament/Parlamento inter pares, delle iniziative che gli Ambasciatori per il Patto per il Clima Europeo portano avanti sui territori, facilitando una discussione su come la transizione verso la neutralità climatica può funzionare nella pratica nella nostra vita quotidiana e su quali politiche dovrebbero essere messe in atto per incoraggiarci ad andare avanti; i Local Climate Action Group/Gruppo di azione locale per il clima, attività di gruppo che chiunque può proporre con il supporto degli Ambasciatori per il Clima, come ad esempio le comunità energetiche locali.

Infine ha spiegato i vantaggi del Patto dei Sindaci e dei PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima). La Commissione Europea, attraverso il Patto dei Sindaci, ha chiesto a tutti i sindaci e le amministrazioni comunali di unirsi e, mediante la firma di questo patto, redigere i PAESC, per ridurre entro il 2030, del 55% le emissioni dei propri comuni, cercando di raggiungere quel traguardo di emissioni zero entro il 2050.

I PAESC sono anche sostenuti dalle regioni sotto forma di supporto tecnico e, in alcuni casi, anche finanziario, mediante dei voucher concessi ai comuni che ne fanno richiesta, per affidare l’incarico di redigerlo ad un tecnico abilitato e approvarlo in consiglio comunale. Ogni due anni, l’amministrazione che ha approvato il patto, deve consegnare in commissione europea un report sui risultati ottenuti.

«Noi Ambasciatori del Patto Europeo per il Clima, siamo anche tenuti a monitorare, coinvolgere e motivare le amministrazioni comunali a redigere i piani di energia sostenibile e del clima, i PAESC» ha fatto presente Pecere, illustrando i tre fondamentali pilastri del nuovo Patto dei Sindaci, rivisto nel 2021, l’adattamento al cambiamento climatico, la mitigazione e la povertà energetica, vera e propria novità dei PAESC, con i comuni che dovranno redigere una relazione su cosa intendono fare per ridurre la povertà energetica all’interno dei propri comuni.

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