Triage e termoscanner, la “strada sicura” in ospedale

Triage, controllo della temperatura corporea, distanziamento interpersonale di almeno un metro. E igiene delle mani, correttamente eseguita e ripetuta, oltre alla mascherina ben indossata. Sono i passaggi essenziali ma fondamentali che tutti, utenti, fornitori e personale, devono rispettare per accedere alle strutture sanitarie. In modo particolare, l’utenza che ha bisogno di effettuare visite ed esami, per ora solo urgenti e non differibili (U e B) e le prestazioni sospese per il lockdown che, man mano, si stanno recuperando attraverso l’attività di richiamo da parte della struttura sanitaria, per cui  gli utenti non devono presentarsi autonomamente ma a seguito di conferma e pre-triage telefonico.

La fase di progressiva ripartenza passa dunque da procedure, percorsi dedicati e strumentazioni idonee che dovranno garantire la massima sicurezza possibile alle strutture sanitarie, al personale e agli utenti, in modo da evitare qualsiasi rischio di contagio. Apparecchiature modernissime come i due termoscanner a raggi infrarossi da oggi in servizio all’Ospedale San Paolo di Bari e al “Di Venere” di Carbonara, parte di una donazione dell’associazione M.I.Cro Italia Odv che ha interessato anche l’Ospedale della Murgia di Altamura, dove l’apparecchiatura è già operativa da qualche giorno. Il presidente dell’associazione, Vincenzo Florio, stamane ha consegnato i termoscanner al Direttore Generale Antonio Sanguedolce e alla Direttrice Sanitaria Silvana Fornelli, intervenuti in due distinti momenti assieme ai rispettivi direttori medici dei presidi Angela Leaci e Alessandro Sansonetti.

«Questi tre termoscanner – ha sottolineato il presidente  Florio – sono il nostro concreto contributo al buon funzionamento della Sanità pubblica. Stando sul territorio e conoscendo dall’interno gli ospedali e molto da vicino i bisogni dei pazienti, abbiamo un’idea chiara di come possiamo offrire un aiuto tangibile. Sentendo il dovere di essere utili, abbiamo chiesto ai responsabili ospedalieri come potevamo esserlo e così abbiamo destinato i proventi del 5xmille all’acquisto delle apparecchiature richieste».

«Nella fase 1 – ha ricordato il Direttore Generale Sanguedolce – abbiamo rivisto completamente la modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie, ora stiamo entrando in una nuova fase in cui stiamo gradualmente “rimontando” il sistema. Tutto ciò bisogna farlo calando le stringenti misure di sicurezza previste in ogni struttura sanitaria, tutte diverse per caratteristiche strutturali e disposizione logistica. E’ questo l’impegno più importante: ripartire garantendo la sicurezza a tutte le persone che, a qualsiasi titolo, entrano in una struttura sanitaria. Un impegno che è corroborato dalle numerose donazioni che stanno pervenendo e dal contributo prezioso di associazioni come M.I.Cro. Italia Odv, che ringraziamo per il grande aiuto fornito all’azienda sanitaria, in questa come in tante altre occasioni».

Il termoscanner è il fulcro di un percorso ben definito, come ad esempio quelli realizzati all’Ospedale San Paolo e al “Di Venere”. All’ingresso – unico, come unica e distinta è l’uscita – il personale verifica la motivazione dell’accesso (prestazione sanitaria, lavorativa oppure fornitura). Successivamente percorrendo il percorso segnato ci si avvicina al termoscanner, dove la temperatura viene rilevata automaticamente (con un alert che scatta a 37,5°) e un infermiere verifica con un rapido questionario se vi è presenza o meno di sintomatologia influenzale o di quella tipica del Covid-19. Solo dopo aver superato i controlli del varco, sarà quindi possibile accedere ai reparti, agli ambulatori e al laboratorio analisi, sempre rispettando le misure di distanziamento e di igiene, opportunamente segnalate.

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