Mola, cittadinanza Segre, nota di Futura e PSI

In merito alla vicenda del riconoscimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, in discussione in sede istituzionale del Comune di Mola, riportiamo una nota del Movimento politico-culturale FUTURA e del PARTITO SOCIALISTA di Mola

Sul conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, rilevati gli ultimi avvenimenti, il nostro Comune rischia di scrivere una pagina disonorevole della sua storia, se non si dovesse recuperare il valore simbolico ed autentico dell’iniziativa che, a più voci, da diverse associazioni ed istituzioni pubbliche, nonché vasti settori dell’opinione pubblica, sono pervenuti alla massima assise per la sua concessione.

Non vi è dubbio, né crediamo onestamente che alcuno l’abbia, sull’iniziativa di alto spessore civile e morale, sul tema del riconoscimento a tale personaggio di caratura internazionale dell’attribuzione di valore per la sua testimonianza degli orrori che ha vissuto, che ha condannato e ripudiato in ogni occasione, cionondimeno ricacciando l’odio dal suo orizzonte. Né si può irridere tale causa, ammaestramento di sommo profilo etico e sociale, che richiama la ripulsa verso l’odio razziale, la violenza, la sopraffazione, le crudeltà umane. Siamo convinti che su questo piano sia difficile trovare disaccordo ed allora stentiamo a comprendere le ragioni di difficoltà o di complessità che sembrano avviluppare il dibattito politico sul tema.

La storia di questo conferimento è una querelle che va avanti da oltre un anno, incanalata da una sollecitazione del movimento politico Futura, che risale al novembre del 2019, con un’espressa richiesta indirizzata all’Amministrazione Comunale e a tutti i Consiglieri comunali ed è già strano che non trovi ancora, a distanza di un anno e mezzo, accordo e soluzione. Né valgono, a nostro modesto avviso, le argomentazioni sul tipo di onorificenza da concedere: non la cittadinanza onoraria ma l’encomio, la civica benemerenza o la consegna delle chiavi della città. Senza entrare nell’esegesi del Regolamento Comunale per tali riconoscimenti l’atto simbolico più importante e aderente al personaggio, al suo valore etico e sociale, resta la cittadinanza onoraria, come centinaia di Civiche Amministrazioni hanno già
fatto in tutta Italia, senza se e senza ma, e dovrebbe trovare l’accordo di tutti.

Sì, quest’ultimo argomento ha una sua rilevante valenza: il provvedimento ha un valore di essenzialità e riconoscibilità per la comunità solo se trova l’unanimità. Senza, seppur con un solo voto contrario o di astensione, sarebbe una deminutio capitis. Per questo il nostro accorato appello, rivolto a tutto il Consiglio Comunale, a rimuovere ogni inferenza ostativa, quale che sia la ragione di fondo, e a recuperare il senso dell’alto valore morale di tale lodevole iniziativa
Il pasticcio che si profilerebbe sul mancato riconoscimento, allo stato degli atti e con l’interlocuzione occorsa con la diretta interessata, sarebbe colossale e scriverebbe una pagina disonorevole per l’intera comunità che decreterebbe una macchia indelebile di infamia, ancor più di quella paventata per la cittadinanza a Mussolini.

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