Il monopolitano Fabio Angiulli al Dantebus

Con il poemetto: Al risveglio nella notte Medioevale, l’autore monopolitano Fabio Angiulli, partecipa al concorso letterario nazionale per poesia Dantebus.

 

Il Concorso nazionale di poesia Dantebus, giunto alla V edizione, include, tra gli innumerevoli partecipanti, l’amico e scrittore monopolitano Fabio Angiulli, con il poemetto Al risveglio nella notte Medioevale.

 

Il regolamento del concorso letterario, prevede la partecipazione attiva degli utenti della rete, che, collegandosi al link sottostante, potranno esprimere le loro preferenze. Tuttavia pur essendo prese in considerazione, non saranno determinanti nella premiazione finale dei componimenti poetici, i quali verranno valutati da una giuria di esperti in campo letterario.

Collegandosi a questo link, sarà possibile esprimere la propria preferenza:

https://dantebus.com/concorsi/opera/209190

 

L’autore dichiara:

Dopo una notte insonne, nel buio prima dell’alba – che penso sia  un momento magico- ho avuto il bisogno di tornare a scrivere in versi, sfiorando vari stili: dall’ermetismo al simbolismo, fino a utilizzare un linguaggio visionario e soprattutto criptico; un linguaggio che parla da anima ad anima. Insomma quella che definisco: poesia.

Dantebus, il concorso letterario nazionale al quale propongo il mio componimento: Al risveglio nella notte Medioevale, diviso in tre capitoli, è un modo di confrontarsi… E poi credo che il destino di un’opera sia la condivisione.

 Di seguito proponiamo il poemetto di Fabio Angiulli

 

Al risveglio nella notte Medioevale

 I

Iniziazione del mondo dell’Uomo Nuovo.

Dallo sbarco sulle sponde del tempo che arrivò,

E noi incantati dalla discesa

Di una parvenza di angeli salvifici

E inconsapevoli burattini,

Di burattinai senza alcuna provenienza

E radici:

Religiose, ideologiche, etiche, politiche.

Uomini Nuovi del Nulla.

Oligarchiche apparizioni di un mondo stellato,

Salpati sulle sponde delle rovine di un’antica Europa,

– Modernità desueta pronta per salire sulle navi della Postmodernità – ,

Alle soglie dell’Era,

Seppur embrionale di un mondo nuovo,

Adescamento di una globale uguaglianza,

Illusione partigiana di salvezza,

Di spettri dittatoriali

Per l’inaugurazione di un mondo nascente,

Che fu embrione abortito

O forse parto di automi senza Storia,

Comparse su un palcoscenico di un teatro alla periferia.

Del mondo.

Perfetta imitazione della vita.

Alienazione a norma di legge.

Stupri legalizzati dell’informazione

Perpetrati dal tubo catodico

Penetrano utenti da occhi gialli e smorti

Con parvenza di uomini

E nel retrobottega, qualcuno in giacca e cravatta

Prepara il destino,

Che come una profezia si schiude

Sul mondo che fu, forse,

Un tempo nostro.

Ma ormai colonia inconsapevole,

Dei trafficanti di Coca Cola.

 

II

Ascolto da lontano un’omelia ecclesiastica,

Caricaturale preghiera di una qualunque

Messa domenicale,

Per sempre stata,

– Parodia della religione – ,

Per automi neoprimitivi della Modernità,

Figli di un Novecento, al crepuscolo.

E non so dire, se della sera.

E, mentre nell’antica Gerusalemme,

Osservo il sepolcro vuoto, che chiamo Speranza

Del Cristo risorto,

E poi morto

Ammazzato da un anonimo cassiere della Banca Mondiale.

– Sarcofago del tempo della Fede. –

Dentro di me nascono e muoiono,

Rimpianti Medioevali.

Rievoco il ricordo di un tempo che fu Storia.

Gravido accadere trascendentale,

Nel nostro tempo sterile,

Rimpianto di una realtà, forse mai stata reale.

 

III

E tu, Sofia,

Mentre rinvengo dai bagliori del mondo nascente,

Il nostro letto, già sofferto, pare più triste,

Quando tu,

Dopo la notte d’amore del Secolo scorso,

Ti sei svegliata presto nel buio,

Dell’alba che precede il nuovo Millennio.

E stai lì, seduta sul ciglio del letto,

Mentre nel tuo cullare schizofrenico

Stringi al tuo seno di madre,

Nostro figlio morto.

Io vorrei prenderti le mani, accarezzarti il volto,

E avere il coraggio di dichiararti: Io sono.

Ma quando mi svegliai:

Fui qualcun altro, in un’altra epoca.

 

Biografia dell’autore:

Fabio Angiulli nasce nel maggio dell’81a Monopoli.

Conseguita la laurea magistrale in Filosofia nel 2009, presso l’Università degli studi di Bari, Aldo Moro, comincia la sua attività di giornalista e critico letterario, scrivendo per varie testate locali.

Nel 2012 pubblica il suo romanzo d’esordio Fine dell’Era (Lupo editore).

Nel 2019 il poema filosofico, L’Impero dell’Avvenire, che reca la postfazione di Antonio Bini. (Youcanprint)

Nel 2022, con il suo racconto inedito, Nella valle del tramonto, è finalista del concorso letterario: Puglia quante storie 5° edizione. (Ed. I libri di Icaro).

 

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