Conversano nella guida ai luoghi dell’Antifascismo

L’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (Ispaic) con il sostegno della Regione Puglia, ha allestito una guida sui luoghi dell’Antifascismo, della Resistenza e dell’Accoglienza. Verrà presentata martedì 12 ottobre dal presidente Michele Emiliano, dall’assessore regionale alla cultura Massimo Bray, da Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Ispaic, e dai dirigenti Aldo Patruno e Luca Scandale. La guida nasce da un’intuizione dell’ex consigliere regionale Enzo Colonna che nella scorsa legislatura propose e fece approvare una legge per valorizzare i «luoghi della Memoria». Da quell’idea è nata la guida e, assieme, un lavoro per il recupero e la fruizione dei monumenti che ricordano i luoghi dell’Antifascismo pugliese, dei primi atti di Resistenza dopo l’8 settembre 1943 e dell’accoglienza dei profughi arrivati in Puglia nel corso degli ultimi anni del Secondo conflitto mondiale. Sono occorsi due anni per rendere fruibili e visitabili quei luoghi.

NEL BARESE
Sono 5 i percorsi di recupero. Si parte, sul piano cronologico e storico, dall’omicidio di Giuseppe Di Vagno, il primo parlamentare italiano ad essere ucciso per mano fascista (25 settembre 1921): tre anni prima del delitto Matteotti. Il luogo della memoria è la sua città natale, Conversano, con la lapide affissa sui muri del Municipio (le parole furono dettate da Filippo Turati) e il monumento funebre al cimitero. Nella vicina Turi si possono visitare le celle che ospitarono il pensatore e politico Antonio Gramsci e quello che diventerà il futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini. A pochi chilometri di distanza è possibile visitare i resti dei campi di concentramento di Alberobello e Gioia del Colle, allestiti dal regime fascista dopo l’emanazione delle leggi razziali.

NELLA BAT
Nella provincia di Barletta Andria Trani è possibile vistare i luoghi delle prime stragi naziste compiute dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943: a Barletta (qui il 9 settembre furono trucidati dei netturbini che nella loro divisa sembravano militari italiani) e alla masseria di Murgetta Rossi (vicino la città di Spinazzola). Altri delitti e atti ostili nei confronti della popolazione furono compiuti dai nazisti a Gravina e Altamura: anche qui ci sono luoghi da visitare e lapidi da leggere. Ad Altamura, inoltre, si può sostare nell’ex campo di concentramento che diventò in seguito un campo profughi dopo l’8 settembre. Nella Provincia di Foggia uno dei luoghi più significativi è quello di Valle Cannella, a pochi chilometri da Cerignola. Qui furono catturati dai tedeschi e passati per le armi diversi militari italiani sbandati. Poi si sale verso l’Appennino Dauno, dove molti paesini, a cominciare da Monteleone di Puglia, furono minati dall’esercito tedesco in ritirata. Poco distante è il campo di concentramento di Manfredonia e quello delle Isole Tremiti (qui furono confinati per lungo tempo anarchici e oppositori del regime). Si torna poi verso Bari che nel gennaio del 1944 fu teatro del primo congresso dei Comitati di liberazione nazionale (Cln) nel teatro Piccinni.

NEL SALENTO
Si scende quindi verso il Salento dove furono allestiti numerosi campi profughi dopo l’8 settembre: raccolsero popolazioni in fuga dai Balcani e dall’Europa Orientale, in tanti casi di religione ebraica. Molti di loro decideranno, dopo la guerra, di emigrare verso quello che diventerà lo stato di Israele. I campi furono allestiti (e se ne possono visitare i resti o i monumenti che li ricordano) a Leuca, Santa Cesarea, Tricase. Quello più famoso fu allestito a Santa Maria al Bagno, nel Comune di Nardò.

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